Chiedere aiuto a uno psicologo è un passo importante e mai scontato: pregiudizi o paure possono dissuaderti e convincerti che in fondo puoi farcela da solo/a.
“Non so se la terapia mi aiuterà a stare meglio.” “Avrò scelto lo psicologo giusto?” “Non ho voglia di essere giudicata”.
Questi sono alcuni dei timori più diffusi che vorrei sfatare per tranquillizzarti e rendere meno stressante l’idea di contattare uno psicologo. Se vuoi sapere cosa accadrà quando deciderai di affidarti a me, ovvero quali sono i passi che contribuiscono a un buon percorso psicologico, continua a leggere.
Come recita il detto, “chi ben comincia è a metà dell’opera”: i primi incontri sono fondamentali per l’avvio e la prosecuzione del percorso. Ecco perché pongo la massima attenzione a quello che accade durante queste sedute.
I primi 2 o 3 colloqui sono definiti di “valutazione” e servono per chiarire il motivo della richiesta di aiuto, soprattutto nei casi in cui c’è tanta confusione di fondo. Si tratta di una valutazione bidirezionale. Da una parte ti farò delle domande, esplorerò vari aspetti della tua vita, indagherò sui tuoi bisogni e sulle risposte che stai cercando. Dall’altra, tu valuterai me: deciderai se vale la pena affidarsi e condividere emozioni, pensieri, vissuti con una persona esperta ma sconosciuta.
Che si tratti di terapia, workshop o seminari, se decideremo di intraprendere un percorso insieme, ci accorderemo sul da farsi. In particolare definiremo:
Questo secondo passo ci dice che qualcosa si può fare e delinea un percorso, una strada davanti a noi, lasciandoci sempre un margine di flessibilità.
La meta individuata può cambiare nel tempo. Questo sia perché nella vita accadono cose che portano a rivedere le priorità, sia perché in un percorso psicologico può capitare di scoprire cose di te che non ti aspettavi, di trasformare il punto di vista sulle cose. Queste nuove consapevolezze possono condurci anche a cambiare i nostri obiettivi.
Il percorso psicologico può andare avanti fintanto che abbiamo un obiettivo da perseguire. Una volta raggiunto possiamo ritenerci soddisfatti e terminare il nostro viaggio.
Può capitare che emergano altri bisogni, che vogliamo ri-contrattualizzare individuando un altro obiettivo e proseguire il cammino, passo dopo passo. Gli obiettivi non possono essere scelti a priori, ma sono il frutto dell’ascolto di te e dei tuoi bisogni momento per momento.
L’invito è quindi alla flessibilità, perché essere flessibili ci permette un migliore adattamento alle circostanze della vita e quindi un maggior benessere.
Il percorso viene portato avanti insieme: senza il consenso di entrambi, non si va da nessuna parte. Come psicologa non posso costringerti a raggiungere un obiettivo che per te non ha valore o senso. Viceversa, non posso farti perseguire un obiettivo che non aiuta a promuovere il tuo benessere e la tua sicurezza.
L’approccio psicologico e la metodologia che seguo si rifanno principalmente all’Analisi Transazionale, nata nel secondo dopoguerra su ideazione e spinta dello psichiatra Eric Berne. Si tratta di un tipo di terapia che si inserisce all’interno delle psicoterapie relazionali di matrice psicodinamica, cioè le psicoterapie che traggono la loro origine dalla psicoanalisi di Freud.
Ciò che le accomuna è il fatto di ritenere che la personalità umana si sviluppi all’interno dei contesti relazionali in cui il piccolo di uomo nasce e cresce, in primis la famiglia. Se queste relazioni primarie non sono state sufficientemente buone, lo sviluppo della personalità può subire blocchi che condizioneranno lo svolgersi successivo della vita.
Eric Berne (immagine liberamente presa qui)
La psicoterapia di stampo psicodinamico ha quindi lo scopo di individuare questi blocchi nello sviluppo, i bisogni affettivi e di crescita non soddisfatti. Si tratta di un’indagine svolta a partire dall’analisi delle modalità relazionali attuali della persona e del suo modo di elaborare le esperienze e le emozioni.
A fianco di questa analisi, la psicoterapia aiuta la persona a trovare opzioni alternative nel proprio modo di relazionarsi a sé stessa e agli altri e la supporta nel metterle in pratica.